RENATO
PARESCE - COMUNICATO STAMPA
La
figura e l’opera di Renato Paresce costituiscono un tassello importante,
sebbene ancora non pienamente riconosciuto, dell’arte italiana
ed europea tra le due guerre.
Amico a Parigi di Picasso e Modigliani, esponente di quegli Italiens
de Paris (insieme a Tozzi, Campigli, Savinio, de Chirico, De Pisis,
Severini) che tra il ’28 e il ’33 rappresentarono uno dei
momenti più complessi di quella identità mediterranea
e classicista che raccoglieva le istanze del “Rappel à
l’ordre”, Paresce, è in realtà artista più
versatile e traversale di quanto lascia supporre una biografia pure
irrequieta che ha come tappe cruciali Firenze, Londra e Parigi.
La città di Marsala, dedica all’artista un’importante
rassegna espositiva che sarà allestita, dal 10 luglio al 17 ottobre
prossimi, negli spazi del Convento del Carmine. La mostra, a cura di
Sergio Troisi e Stefano de Rosa, presenterà oltre 60 opere.
La
prima produzione pittorica di Paresce, segnala già durante il
secondo decennio del Novecento, una conoscenza a largo raggio delle
più vivaci esperienze europee che confluivano nella capitale
francese, è soprattutto durante gli anni Venti che la sua pittura
acquista progressivamente una cifra più riconoscibile e personale
in cui si intrecciano alcuni dei fili più importanti e emblematici
della cultura europea: da un lato quella ricerca di un ordine –
compositivo, filosofico e morale – che dalla ricerca del gruppo
della “Section d’Or” a quella di “Cercle et
Carré” e “Abstraction – Crèation”
attraversa come un filo rosso l’arte di quegli anni unendo artisti
come Braque e Gris, Léger, Ozenfant, Gleizes; dall’altro,
e strettamente intrecciato al primo, la nozione di un ritorno nostalgico
e sospeso alle fonti stesse della civiltà europea nel momento
di una sua crisi radicale, che conosce come compagni di viaggio de Chirico
e Savinio, e in generale tutto il gruppo degli “Italiens de Paris”.
Forse in nessun altro artista del tempo come in Paresce questi due piani
fondamentali mostrano la loro filiazione, unendo in una ininterrotta
variazione di immagini il sogno di una geometria metafisica e il desiderio
di un approdo continuamente sognato e sfuggente, che trova nelle ricorrenti
immagini dell’isola la sua cifra simbolica.
La mostra di Marsala, vuole leggere l’opera di Paresce all’intermo
di tali problematiche, e quindi affiancando a un nutrito gruppo di dipinti
e disegni non soltanto le opere dei suoi compagni di strada istituzionali
(in particolare Campigli e Tozzi, con i quali più evidenti sono
le affinità iconografiche e coloristiche) ma anche quelle di
autori con cui condivide, almeno per un tratto, allusioni, suggestioni,
simbolismi. Così, accanto alle opere di Paresce, testimonieranno
la centralità del mito del ritorno e di Ulisse opere di Carrà,
Martini, Cagli e Pirandello; mentre le tangenze con gli artisti dell’astrattismo
milanese gravitanti attorno alla Galleria del Milione e con il tardo-futurismo
saranno testimoniate da opere di Soldati, Prampolini e Fillia.
Il progetto espositivo e la selezione delle opere intendono così
ricostruire questa costellazione di rispondenze (navi, costellazioni,
donne – manichino, tende, alberi, costruzioni come quinte teatrali);
ma ugualmente sfere, ellissi, vortici) che rende la pittura di Paresce
uno specchio privilegiato della cultura figurativa del periodo, delle
sue illusioni così come delle sue melanconie.
LA
MOSTRA
Il percorso sarà costruito seguendo l’evoluzione della
pittura di Paresce a cui saranno via via accostate le opere di quegli
artisti con cui più evidenti risultano incroci e contatti. In
particolare, nelle prime sale, troveranno collocazione i dipinti dove
Paresce rielabora alcuni dei motivi delle avanguardie di inizio secolo,
in particolare il cubismo, dove l’artista accoglie l’influenza
di George Braque e Juan Gris. Nella Natura morta con finestra, ad esempio,
il tipico procedimento della scomposizione cubista è ricondotto
entro una struttura architettonica nitidamente costruita, secondo una
esigenza di ordine e chiarezza formale propria del periodo tra le due
guerre. Ma è soprattutto nella seconda metà degli anni
Venti che la poetica di Paresce acquista una piena riconoscibilità,
facendo propri quei motivi di una dimensione mediterranea condivisa
con gli altri esponenti degli “Italiens de Paris”. Così
ne Il porto (1928) il gioco geometrico delle facciate acquista quel
sentore di teatro – e anche di stranita sospensione e di attesa
– che si addensa nella pittura di de Chirico e Savinio, e che
Paresce fa propria anche in alcuni precisi riferimenti simbolici: le
vele, le sagome da manichino dei personaggi. A partire dall’ultimo
scorcio del decennio la stesura pittorica delle sue opere si modifica
ulteriormente e la materia di colore diviene più gessosa, come
da affresco, in accordo con quel ritorno alla pittura murale che caratterizza,
anche tecnicamente, l’opera di Campigli e che attraversa –
da Sironi a Carrà a Cagli a Severini – tanta parte dell’arte
italiana agli inizi degli anni Trenta. Un’opera come Paesaggio
marino, del ’32, è emblematico di questo passaggio: il
colore granuloso e smorzato conferisce ai profili degli scafi, alle
facciate delle case e alle vele un’aura remota, sospesa e inquieta
che, da lì a poco, approda ad una visione cosmica – nebulose,
comete, soli e lune (La via lattea, 1933) – forse in ripresa dei
giovanili studi di fisica ma ugualmente ispirati alle forme paraboliche
di Prampolini.
Le opere di altri artisti che punteggiano il percorso espositivo di
Paresce ne amplificano temi e motivi: così la Natura morta con
fotografia del ’31, il periodo parigino di Fausto Pirandello,
fornisce una versione per emblemi quotidiani di quei motivi del mare,
dell’isola e del ritorno che ha in Ulisse il suo archetipo e che
è profondamente connaturato alla poetica di Paresce; così
come la terracotta di Arturo Martini Figura in attesa, dove l’arcaismo
proprio dello scultore trevigiano viene declinato in una struggente
melanconia poetica; e la Composizione di Atanasio Soldato, tra gli astrattisti
del Milione il più congeniale a Paresce per il suo continuo far
riaffiorare persistenze iconiche, mostra quanto sottile potesse essere,
in quegli anni, il confine tra astrazione e figurazione.
BREVE SCHEDA TECNICA
TITOLO: Renato Paresce
PERIODO: 10 Luglio / 17 ottobre 2004
LUOGO: Convento del Carmine - INDIRIZZO: Piazza del Carmine, Marsala
(TP)
INFORMAZIONI: tel. 0923/ 711631
SITO INTERNET: www.pinacotecamarsala.it - E-MAIL: info@pinacotecamarsala.it
ORARI: 10/13 e 18/20 - INGRESSO: gratuito
INAUGURAZIONE: 10 luglio 2004 ore 18,30
Ufficio Stampa: Ku.ra, Rosi Fontana – tel. 050-9711343, fax 050-9711317
e-mail: info@rosifontana.it
- cartella stampa online su: www.rosifontana.it